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Stando alle ultime dichiarazioni del Presidente dell’ANPAL, prof. Del Conte, mancano poche settimane alla pubblicazione degli ultimi due decreti attuativi che consentiranno nel mese di maggio la partenza delle funzioni della nuova agenzia per le politiche attive.
Nell’attesa della definitiva centralizzazione dei servizi per il lavoro, le regioni cercano ancora un percorso che le unisca, con le dovute differenziazioni, nell’adozione di modelli di servizi per l’impiego, in linea con le nuove disposizioni del decreto legislativo 150/2015.
L’Accordo quadro del 30 luglio 2015 tra Governo, Regioni e Province autonome definisce la cornice all’interno della quale sono individuati, nel rispetto delle nuove disposizioni, compiti e competenze dei soggetti istituzionali coinvolti, risorse organizzative e finanziarie, demandando alla convenzione da stipulare con ciascuna regione la fase di transizione con lo scopo di garantire la continuità di servizio dei centri per l’impiego e la valorizzazione delle singole pratiche regionali. Un aspetto importante di tale accordo è rappresentato dal raccordo tra risorse della programmazione comunitaria 2014-2020 nazionale e regionale per il potenziamento sinergico delle politiche attive.
Grazie alle iniziative di Itinerari per il lavoro, associazione siciliana di operatori delle politiche attive del lavoro, che si pone l’obiettivo di proporre ed attuare delle politiche per un servizio di formazione e lavoro di qualità nel territorio siciliano, in questi giorni balza sotto i riflettori il caso della regione Sicilia.
Infatti, tra le regioni che risultano ancora al palo sul tema delle politiche attive si contraddistingue la regione Sicilia che, non avendo ancora stipulato la convenzione ex art. 11 del d. lgs.150/15 con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, non ha ancora definito il proprio assetto organizzativo dei servizi per il lavoro, le modalità di gestione del personale dei centri per l’impiego e delle risorse finanziarie disponibili.
A dire il vero, uno sforzo innovativo da parte degli organi politici regionali è stato realizzato con l’emanazione della Delibera n. 80 del 20 marzo 2015, con la quale sono state adottate le Linee guida per l’accreditamento dei servizi per il lavoro, che hanno aperto ai privati o comunque a tutti i soggetti riconosciuti, anche in base allo speciale regime autorizzatorio, dal d.lgs. 276/2003, la possibilità di garantire sul territorio siciliano i servizi per il lavoro. Il disegno del legislatore siciliano è stato ben più ampio, prevedendo un assetto di tipo cooperativo tra operatori pubblici e privati che, nelle more dell’entrata in vigore delle norme nazionali (d.lgs. 150/2015), promuove un sistema di gestione delle politiche attive, prevede la sperimentazione del contratto di ricollocazione, incentrato sull’applicazione di un forte principio di condizionalità, la voucherizzazione dei servizi, la premialità per gli operatori e il coordinamento con il programma europeo Garanzia Giovani, proiettando di fatto la Sicilia tra le migliori pratiche nazionali (DA del 15 giugno 2015).
Pur giocando d’anticipo sul tema delle politiche del lavoro, la Regione Sicilia, a causa degli avvicendamenti politici nel ruolo di assessore della famiglia, politiche sociali e del lavoro, dei problemi socio-economici di un territorio che non è caratterizzato da un tessuto imprenditoriale in grado di accogliere le numerosissime offerte di lavoro e del distorto uso di risorse finanziarie che vengono spese per alimentare un sistema formativo regionale non adeguato, si trova ora sul punto di modificare la legge regionale per dar luogo allo sblocco delle risorse europee che gli consentirebbero di provvedere alla modernizzazione ed efficientamento dei centri per l’impiego, che costituiscono la priorità della programmazione 2014-2020. Nell’attesa di procedere alla stipula della convenzione transitoria ex art. 11, Itinerari per il lavoro ha opportunamente avanzato presso le “sedi competenti” una proposta di modifica della normativa regionale (modifiche della L.R. 24/1976 ed integrazioni al ddl n.814/14 regione siciliana) che mira a integrare la platea dei soggetti accreditati e le modalità di accreditamento e a ridefinire il ruolo e le attribuzioni di compiti in materia di politiche del lavoro all’Agenzia Regionale per la Formazione e per il Lavoro, che dovrà raccordarsi con le funzioni e i compiti dell’ANPAL. La proposta sembra ragionevole ed interessante, ma la regione Sicilia rischia di perdere il treno per un cambiamento di prospettiva, se non agisce tempestivamente nell’accogliere le proposte emendative. Sempre che nel frattempo non parta per davvero quello dell’Agenzia nazionale.
(Autore: Fabrizio Marra de Scisciolo)
(Fonte: Lavoro&Impresa)