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Sempre meno lavoro. E prezzi sempre più bassi. A ottobre la disoccupazione giovanile registra un nuovo record mentre a novembre l’inflazione si colloca ai minimi dall’ottobre del 2009.
L’allarme lavoro…
Secondo le stime provvisorie diffuse dall’Istat, il mese scorso il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è schizzato al 41,2 per cento. Si tratta, emerge dal report dell’ente statistico, del livello più alto dal gennaio 2004 (inizio delle serie storiche mensili), e dal primo trimestre del 1977 (inizio delle serie storiche trimestrali).
Nel terzo trimestre, invece, la crescita riguarda in modo maggiore gli uomini e si presenta in modo diffuso su tutto il territorio con un picco al Sud (+196 mila unità). Il numero degli scoraggiati, coloro che non cercano lavoro perchè ritengono di non trovarlo, nel terzo trimestre del 2013 sale a 1 milione 901 mila. «I dati Istat diffusi oggi sul lavoro – commenta il ministro del Lavoro Giovannini – non sono sorprendenti. La stabilità di occupazione e disoccupazione è coerente con il quadro economico. I segnali di risveglio stanno accadendo ora».
…e il costo della vita che diminuisce
Per quanto riguarda invece i prezzi, a novembre l’inflazione, ovvero la crescita dei prezzi al consumo, frena ancora su base annua, con il tasso che si ferma allo 0,6% dallo 0,8% di ottobre. Si tratta del valore più basso da ottobre 2009.
Oltre un milione di disoccupati under 30
Per la classe di età 18-29 anni il tasso di disoccupazione si attesta al 28% (+5,2 punti su base annua), con un numero di disoccupati che giunge a 1 milione 68 mila (+17,2%, pari a 157.000 unità).
Aumenta la disoccupazione di lunga durata
Aumenta la disoccupazione di lunga durata. Nel terzo trimestre del 2013, infatti, più di un disoccupato su due cerca lavoro da un anno o più: l’incidenza della disoccupazione di lunga durata sale dal 53,5% del terzo trimestre 2012 all’attuale 56,9%. In otto casi su dieci l’aumento della disoccupazione riguarda le persone in cerca di lavoro almeno 12 mesi.
Nuovo calo per il lavoro atipico
Il lavoro precario, che l’Istat definisce “atipico”, subisce un nuovo calo, il terzo consecutivo. Nel terzo trimestre del 2013, infatti, il numero di dipendenti a tempo determinato e di collaboratori scende a 2 milioni 624 mila, in calo di 253 mila unità (-8,8% su anno). Si tratta di una diminuzione ancora più forte rispetto a quella registrata per i dipendenti a tempo indeterminato (-1,3%).
Fonte (Il Sole 24 ore)