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Ammortizzatori sociali per tutti. Il nuovo regime infatti non lascia fuori alcuna impresa: quelle escluse dalle integrazioni salariali, ordinarie e straordinarie, potranno contare sui «fondi di solidarietà bilaterali» (da costituire/adeguare entro fine anno), altrimenti sul «fondo di solidarietà residuale» già operativo presso l’Inps e che dal 1° gennaio 2016 si chiamerà «fondo d’integrazione salariale» accogliendo tutti i datori di lavoro con più di cinque dipendenti (oggi quindici). A stabilirlo è la bozza di dlgs attuativo della delega di riforma degli ammortizzatori contenuta nel Jobs Act (legge n. 183/2014), approvata ieri dal consiglio dei ministri. Tra le altre novità l’estensione delle integrazioni salariali agli apprendisti (soltanto a quelli con contratto professionalizzante), l’obbligo per i lavoratori di stipulare un patto di servizio con i centri per l’impiego per fruire delle integrazioni salariali e la revisione e rimodulazione dei contributi.
Sistema a due gambe. La riforma disegna un nuovo sistema in cui non c’è più spazio per gli ammortizzatori sociali in deroga oggi fruibili dalle imprese escluse dalla cassa integrazione. In particolare questo nuovo sistema poggia su due gambe:
• le integrazioni salariali, ordinarie e straordinarie;
• i «fondi di solidarietà bilaterali», introdotti dalla riforma Fornero (legge n. 92/2012), e che vengono completamente ri-disciplinati.
(Fonte: ItaliaOggi)