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Fatture false? Consulente a rischio


Ordine Informa

Concorre nel reato il consulente che non si dimette di fronte alle fatture truccate dopo il primo esercizio. Dato l’intento da parte dei titolari della società di frodare l’erario, la condotta del professionista che recepisce nel bilancio i documenti irregolari integra il dolo generico che fa scattare l’illecito. Anche il consulente fiscale concorre dunque nel reato se non abbandona l’incarico dopo il primo esercizio in cui emerge l’irregolarità dei documenti: tale condotta integra infatti il dolo generico sufficiente a far scattare l’illecito. E ciò perché il consulente risulta al corrente dell’intento fraudolento della fatturazione. È quanto emerge dalla sentenza 19335/15, pubblicata ieri dalla terza sezione penale della Cassazione. Il titolare dello studio di elaborazione contabile sconterà due anni di carcere per l’emissione e il concorso nell’utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Il professionista cura la «cartiera» fin dalla costituzione; egli è il depositario delle scritture contabili. Non viene condannato solo perché non poteva non sapere, ma si tratta di un professionista esperto che si rivela a conoscenza delle caratteristiche della società e del suo modus operandi: sussiste dunque la componente soggettiva del reato. La consulenza e la prestazione dei servizi da parte dell’imputato prosegue ben dopo il primo bilancio chiuso con documenti irregolari che consentono la frode. Non resta che pagare spese di giudizio e mille euro a cassa ammende.
(Fonte: ItaliaOggi)

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