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Fisco, controlli a tappeto


Fisco Ordine Informa

Legittimo l’accertamento a carico dell’amministratore di fatto che partecipa all’ideazione della frode fiscale. È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con l’ordinanza 22817 del 28 ottobre 2014, ha respinto il ricorso di una manager. La sesta sezione ha, quindi, reso definitivo un atto impositivo emesso a carico dell’amministratore di fatto di un’associazione coinvolta in una maxi frode fiscale. La donna aveva presentato le dichiarazioni dei redditi e aperto la partita Iva. Tanto era bastato a far scattare le accuse per la partecipazione all’affare illecito. Non solo: la circostanza è anche sufficiente ai fini dell’accertamento. Sul punto il Supremo collegio ha, infatti, chiarito che «in tema di responsabilità dell’amministratore di fatto, correlata all’accertamento dell’avvenuto inserimento nella gestione dell’impresa, desumibile dalle direttive impartite, la manager cerca di contestare le singole argomentazioni della Ctr, tentando di parcellizzare il giudizio espresso dal giudice di appello che, anzitutto», ha evidenziato la Corte, «si è fondato sulla circostanza che la donna aveva compiuto atti nell’interesse dell’associazione come l’apertura della partita Iva e la trasmissione telematica delle dichiarazioni». In altre parole la Ctr di Milano ha fornito elementi sintomatici certamente idonei a sostenere l’esistenza del ruolo di amministratore di fatto della contribuente e di coartefice dell’operazione illecita.
(Fonte: ItaliaOggi)

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