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Centoventi giorni per regolarizzare i lavoratori in nero. Le aziende, infatti, dispongono di tale termine sia per adempiere alla diffida sia per pagare la sanzione in misura ridotta, al fine di evitare il procedimento sanzionatorio per lavoro nero. Lo precisa la nota n. 35237/2015 della Guardia di finanza anticipando i chiarimenti del ministero del lavoro che attribuiscono «natura sostanziale» al nuovo termine introdotto dalla riforma Jobs act (art. 22 del dlgs n. 151/2015). Resta il termine di 45 giorni per adempiere alla diffida, invece, in caso di lavoratori occupati in nero ma non più in forza presso l’azienda oppure di quelli adesso regolarmente occupati, ma con periodi precedenti in nero.
Direttive operative. La circolare detta direttive operative ai militari sulle novità in materia di attività ispettiva (dlgs n. 149/2015) e in materia sanzionatoria (dlgs n. 151/2015). Tra quelle più importanti vengono evidenziate il raccordo con l’Ispettorato nazionale del lavoro e le nuove disposizioni sulle maxi-sanzione per il lavoro nero.
Raccordo unico. La prima novità riguarda l’obbligo, per ogni organo di vigilanza che svolge accertamenti sul lavoro, di raccordarsi con le sedi centrali e territoriali del nuovo Ispettorato del lavoro, al fine di uniformare l’attività ispettiva ed evitare sovrapposizione d’interventi ispettivi. La circolare sottolinea che si tratta di un obbligo che sostituisce la precedente forma di collaborazione, che era lasciata alla discrezione degli organi interessati. Quanto alla concreta operatività del raccordo, tuttavia, ancora mancano i necessari decreti attuativi.
(Autori: Cristina Bartelli e Daniele Cirioli)
(Fonte: ItaliaOggi)