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Negli Stati Uniti due atenei inaugurano i corsi di hacking per insegnare agli studenti di ingegneria e informatica come difendersi dai cyber criminali veri. 19
Un bravo hacker è il candidato ideale per proteggere una rete, i dati che vi circolano e le app in uso. Per questo gli studenti di ingegneria e informatica della Case Western Reserve University e della Cleveland State University inizieranno dei corsi di hacking. I due atenei sono infatti pronti ad avviare il primo di tre corsi che riconoscerà crediti agli studenti particolarmente abili dell’hacking di hardware, software e dati.
L’obiettivo è quello di insegnare le tecniche per proteggere la propria rete o quella dell’azienda in cui si andrà a lavorare da virus, attacchi di phishing, trojan e altre minacce informatiche. “Stiamo facendo molte ricerche sulla sicurezza informatica, ma abbiamo fallito nell’educazione e nella formazione degli studenti che saranno i futuri utenti, sviluppatori e controllori di questi sistemi” ha dichiarato Swarup Bhunia, professore associato di ingegneria elettrica e informatica alla Case Western Reserve.
Corsi di hacking per conoscere meglio il nemico
Per questo il docente ha collaborato con i colleghi Sanchita Mal-Sarkar, professore associato di informatica e scienze dell’informazione, e Chansu Yu, presidente delle facoltà di ingegneria elettrica e informatica, per elaborare programma completo di educazione alla cybersicurezza per laureandi. Le università progettano inoltre di offrire corsi anche agli studenti già laureati.
Parte delle sovvenzioni provengono dalla National Science Foundation, che ha stanziato un finanziamento di 200mila dollari per lo sviluppo e l’esecuzione dei corsi, che prevendono una formazione completa in relazione a software, hardware, reti e sicurezza.
Le minacce arrivano anche via hardware
Per chi se lo stesse chiedendo, nei corsi sull’hardware si parlerà di contraffazione dei componenti elettronici, che comprende anche l’installazione di chip con trojan integrati. Fra il 2009 e il 2010 l’esercito statunitense ne scoprì oltre un milione. Nello scorso autunno un gruppo di ricercatori di sicurezza di Stati Uniti ed Europa aveva dimostrato che i circuiti integrati utilizzati nei PC, nelle attrezzature militari e in altri sistemi critici possono essere alterati durante il processo produttivo mediante cambiamenti quasi impercettibili nei transistor dei circuiti logici. Al momento non ci sono controlli sui processi produttivi che si svolgono su chip, schede e circuiti, quasi sempre realizzati fuori dagli Stati Uniti; con i corsi si mirerà a insegnare agli studenti come analizzare e validare hardware e sistemi.
(fonte La Repubblica))