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Il far west della malasanità


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Medici lasciati soli. E costretti a portare pesi impossibili. È il solito pasticcio all’italiana, con una pubblica amministrazione arrogante e inefficiente, che con i suoi ritardi produce costi esorbitanti per la collettività e impossibilità di lavorare serenamente per i professionisti, in questo caso del settore sanitario. Dal 15 agosto infatti tutti i professionisti della sanità che esercitano la libera professione hanno l’obbligo di assicurare la responsabilità civile per danni causati nell’esercizio della professione. Hanno l’obbligo, ma non la possibilità, perché le polizze sono troppo care e in molti casi li costringerebbero a chiudere addirittura gli studi; per giunta le compagnie di assicurazione non sono interessate a questo mercato: infatti chi ci è entrato sta perdendo soldi. Lo Stato, che ha imposto l’obbligo di assicurazione (con corredo delle immancabili proroghe), non è poi riuscito a mettere nero su bianco un decreto che dovrebbe disporre le condizioni minime per rendere possibile tale adempimento. Istituendo tra l’altro un fondo rischi sanitari per ridurre l’onerosità dei risarcimenti. Serviranno ancora molti mesi per scrivere questo provvedimento. Intanto i medici proveranno il brivido di vivere e lavorare come nel selvaggio West.
Ecco alcuni dati che evidenziano la gravità del problema e la necessità di una risposta precisa: nel 1994 si registravano ogni anno meno di 10 mila denunce per errori sanitari. Oggi siamo arrivato a 30 mila. Inoltre il costo medio del risarcimento cresce continuamente. Conseguenza di questo andamento, le assicurazioni sono per nulla interessate a questo segmento di mercato. Anche perché per ogni 100 euro di premi incassati sono state costrette a risarcirne 175.
(Fonte: ItaliaOggi)

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