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L’evasione punita tre volte


Ordine Informa

Dal primo gennaio di quest’anno l’evasione fiscale sarà sanzionabile anche come autoriciclaggio. Questo significa che sulle spalle del presunto evasore si andrà in alcuni casi a triplicare il carico delle sanzioni. Con effetti da paura! Facciamo un caso concreto. L’azienda Alfa, a seguito di un accertamento fiscale viene accusata di aver evaso un milione di euro. Fino a qualche mese fa avrebbe dovuto, se condannata in via definitiva, versare le imposte evase con l’aggiunta di sanzioni e interessi (più eventuali spese di giudizio). Oggi tutto ciò è solo l’inizio, perché la legge sulla voluntary disclosure ha introdotto il reato di autoriciclaggio tra quelli presupposto della responsabilità amministrativa delle società (legge 231 del 2001). Questo significa che il dirigente che ha progettato e messo in atto l’evasione potrà essere condannato penalmente e, in mancanza dei modelli organizzativi previsti dalla legge 231 (che peraltro oggi ancora nessuno saprebbe come fare), la società potrebbe essere condannata in via amministrativa per lo stesso reato di autoriciclaggio. E le sanzioni potrebbero essere anche molto salate. Sembra folle, ma è proprio così.
Quante migliaia di aziende ogni anno vengono condannate per un fatto di evasione che potrebbe integrare il reato di autoriciclaggio? E quanti procedimenti penali, e quanti procedimenti amministrativi potrebbero essere innescati dalle indagini finanziarie? Ovviamente i conti non li ha fatti nessuno. Certamente i procedimenti innescabili da queste novità normative sono molti, ma molti di più, di quanto il sistema giudiziario italiano è in grado di reggere.
In pratica siamo di fronte alla riedizione delle grida di manzoniana memoria. Oppure all’invenzione della roulette russa fiscale. Più o meno a casaccio, qualcuno sarà chiamato a pagare sanzioni spropositate rispetto all’evasione commessa, e questo dovrebbe fungere da monito per tutte le altre aziende.
In realtà le disposizioni sull’autoriciclaggio dimostrano che è completamente saltato qualsiasi rapporto di ragionevolezza tra l’introduzione di una norma sanzionatoria e la capacità dello Stato di applicarlo in modo fermo e uniforme. Saranno comunque uno spauracchio notevole per le imprese che, non appena se ne renderanno conto, cercheranno di tutelarsi con i mitici modelli di organizzazione aziendale, l’unica arma rimasta nelle loro mani. Un castello di carte di nessuna utilità dal punto di vista sostanziale ma, almeno formalmente, utili allo scopo, come può esserlo uno spaventapasseri in un campo di grano.

(Fonte: ItaliaOggi)
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