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Niente Durc (documento unico di regolarità contributiva) per i professionisti che lavorano con la p.a. A patto che non abbiano dipendenti nel proprio studio e siano in regola con i contributi previdenziali. Paola Muratorio presidente di Inarcassa, la cassa di previdenza degli ingegneri e architetti, replica così alla richiesta di chiarimenti relativamente all’obbligatorietà del Durc per i professionisti che partecipano ai bandi di gara sui servizi di ingegneria e architettura. Innanzitutto la nota chiarisce cosa sia il Durc e cioè «un istituto giuridico (disciplinato dall’art. 6 del dpr 207/10) distinto dall’attestazione di regolarità contributiva che le stazioni appaltanti richiedono all’associazione da me presieduta», necessario sia al momento della stipula del contratto sia per attivare i pagamenti dei corrispettivi maturati a fronte delle prestazioni effettuate. In base a questa norma, quindi, le imprese che partecipano alle gare d’appalto devono essere in regola con gli adempimenti nei confronti di Inps e Inail. Al contrario, invece, la regolarità contributiva chiesta ai progettisti che partecipano alle gare per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura è quella regolata dal codice degli appalti (dlgs 163/06) che obbliga i professionisti ad avere una posizione regolare nei confronti del loro ente previdenziale. Nel dettaglio si prevede che qualora le stazioni appaltanti affidino ai professionisti la redazione del progetto preliminare, «all’atto dell’affidamento dell’incarico deve essere dimostrata la regolarità contributiva del soggetto affidatario», che precisa l’Inarcassa rappresenta un adempimento diverso dal Durc dell’impresa.